Andrea Boldrini

Nato a Napoli il 19 aprile del 1955 da padre Ferrarese e madre Milanese, all’età di tre anni la famiglia si trasferisce in Piemonte, in provincia di Alessandria.
Frequenta il liceo artistico statale di Genova e nello stesso periodo, con l’ausilio del professor Fasce ( artista informale che operò a Milano nel periodo degli anni 50’ insieme a Morlotti). In quel periodo le prime mostre collettive sotto l’egida del sindacato nazionale artisti, nelle prestigiose sale di palazzo ducale. L’influenza informale si fonde con la naturale propensione ad una pittura di carattere maggiormente “figurativa”.
Nel 74’ dopo essersi iscritto ai corsi di pittura dell’accademia di belle arti di Firenze, deve
forzatamente cambiare programmi e iscriversi all’accademia di belle arti di Brera a Milano, dove può recarsi a scadenza giornaliera, facendo il pendolare, come sempre. I corsi sono quelli di pittura del professor Domenico Purificato.
Sono gli anni della grande contestazione studentesca e, fermenti politici a parte, l’attività della scuola è drasticamente ridotta. I corsi più attivi sono quelli di storia dell’arte ( prof, De Grada) e di incisione ( prof. Diana) . Le aule di pittura sono quasi sempre deserte.
Alla fine della scuola inizia la trafila per l’insegnamento scolastico, ma dopo alcuni anni di graduatorie, sempre invariate e viste le notevoli difficoltà a raggiungere una situazione economica decente, decide di collaborare con, l’allora, sua compagna, stilista di moda. Avendo già fatto esperienze, sempre a Milano, nel campo della fotografia come assistente fotografo di architettura e design, per riviste internazionali, dopo aver tentato la strada della scenografia con Mauro Pagano, la moda era in quegli anni nel pieno della sua straordinaria fioritura e questo gli permetteva di potersi mantenere e al tempo stesso dipingere.
L’autonomia economica è, per un artista, un’arma a doppio taglio. Da un lato gli permette di operare nella massima indipendenza e con la massima libertà, ma per contro fa sembrare inutile la ricerca di spazi e di confronti, che invece si scoprirà con gli anni, essere il cibo essenziale per la crescita e l’autocritica.
Questo è il motivo per cui l’attività espositiva ha inizio in età avanzata, praticamente da due anni a questa parte, se si escludono alcune sporadiche mostre.
L’ambiente delle gallerie, delle possibilità di esporre e farsi notare, in una città come Milano erano e sono sempre state piuttosto difficili, soprattutto per chi, come lui, ha una certa difficoltà a relazionarsi e a proporsi.

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